SPIRITUALITA' E IMPEGNO
Home
Habemus Papam
La fede Invocazioni
Biografie
Antologia della carità
Testimoni Fotografie
Riflessioni

Forum  >  E’ PASQUA - IL CROCIFISSO E' RISORTO

E’ PASQUA
Il Crocifisso è risorto!
 

 
La “notizia” non ha eguali ed ha sconvolto il mondo e la vita degli uomini, da quella dei discepoli che credevano in Lui, ma la cui passione e morte - anche se da Lui annunciata - li aveva gettati nella disperazione. Il Signore crocifisso è risorto! Le donne ed i discepoli Pietro e Giovanni videro per primi il sepolcro vuoto ed il Signore che apparve loro dicendo: “Pace a voi!”. Mai prima d’allora la parola “Pace” aveva assunto un significato così vero, così gioioso, così pieno di salvezza, trasformata in vittoria definitiva sulla morte, causata, la sua e la nostra, dal peccato.
Da allora la “notizia” corse di bocca in bocca: “Il Signore è veramente risorto!” ed ha attraversato i secoli. È questo l’annuncio che il cristiano dovrebbe, più di ogni altro, ripetere a sé e agli altri, credenti e non. Dalla risurrezione scaturì una vita totalmente nuova ed una luce così forte ed inesauribile da illuminare gli occhi dei discepoli che “furono con Lui” e che ne “condivisero le prove fino dall’inizio”, ne ascoltarono gli insegnamenti, videro i miracoli e udirono stupefatti “vi farò pescatori di uomini!”.
 
Gesù è il Signore!



 

Il Padre, con la resurrezione, “lo ha esaltato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni altro nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre” (Inno della lettera di S. Paolo ai Filippesi).
Per cui “non è dato agli uomini altro nome sotto il cielo nel quale possano essere salvati”. Ciò vale per ogni credente, a qualsiasi religione appartenga e vale per ogni uomo, anche quando non ne è consapevole. Noi lo siamo perché ci è stato rivelato. È perciò un’affermazione che non nasce da una pretesa ma dal conoscere che il Padre ha messo su di Lui il suo sigillo ed ha rimesso nelle sue mani il giudizio di tutte le creature e di tutte le genti.
 
Il cristianesimo è Cristo crocifisso e risorto
 
Chi è cristiano cioè di Cristo, sa, crede e “dice” che Lui è il solo vero, unico necessario Salvatore per tutti, il Principio e il Capo dell’umanità redenta e rinnovata. Questa affermazione di fede non è contraddetta, ma rafforzata dal nostro sguardo “benevolo”, - come insegna il Concilio Vaticano II - verso le religioni non cristiane e su coloro che vi appartengono, ispirati dal rispetto delle varie civiltà e culture, nelle quali sono presenti brani di verità, i “semi del Verbo”, secondo la bella espressione coniata nei primi tempi della chiesa. Allora il problema si poneva già a livello di riflessione teologica e i cristiani che erano, di fronte al “mondo pagano”, una minoranza, lo sentivano fortemente, pur essendo lontani dalle sue credenze e dalle sue filosofie di vita che se avevano una loro riconosciuta saggezza, tuttavia non portavano la salvezza. Soprattutto i cristiani si sentivano tanto diversi a motivo della fede nella divinità di Cristo e nel valore universale del suo sacrificio offerto per la redenzione del mondo. Morto per tutti Egli divenne: “Sacramento universale di salvezza” perché “Il Padre ha mandato suo Figlio, come Salvatore del mondo” (1 Giov. 4,14), quale “Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo (Giov. 1, 19).
 
E' la fede che salva
 
Il nucleo centrale della salvezza sta nella morte e nella risurrezione del Signore con le quali il mondo è stato salvato, una volta per sempre. Da parte nostra non basta credere occorre manifestare questa fede, con umiltà, perché è dono, e con coraggio perché è “dovere”. Il “credo” riassume con chiarezza la fede della chiesa: “Credo in un solo Signore Gesù Cristo, Unigenito Figlio di Dio, (...), Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero”. (...) Egli “patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto, discese agli inferi ed il terzo giorno risuscitò da morte”. Cui seguì la glorificazione definitiva: “Salì al cielo e siede alla destra di Dio Padre onnipotente. Di là verrà a giudicare i vivi e i morti ed il suo regno non avrà fine”. La Persona ed il messaggio di Cristo entrano nella storia della religiosità umana, ma con la loro assoluta originalità e unicità. Infatti “La verità che è Cristo si impone come autorità universale” (Fides et ratio, 92).
 
Cristo salvatore dell’universo
 
Egli, il Cristo, non è solo il Salvatore dell’uomo, ma è il centro, la chiave della storia e dell’universo intero. Ne è la spiegazione ultima: “Tutto è stato fatto per mezzo di Lui ed in vista di Lui”. Infatti “Dio ha posto tutto sotto i suoi piedi e lo ha anche costituito Capo di tutta la chiesa, la quale è il suo Corpo”. Egli è la pienezza che tutto riassume per cui “Tutte le cose sono vostre, voi siete di Cristo e Cristo è di Dio” (I Cor. III, 23). Cristo è il paradiso ricreato e ritrovato.
Il battesimo, frutto della pasqua ne è l’inizio. Dice un testo antico: “Alle mie labbra si accostò un’acqua parlante, proveniente dalla sorgente del Signore. lo ho bevuto e sono stato inebriato dall’acqua viva” che non muore. Ho abbandonato la follia, che sulla terra è tanto diffusa, ne sono stato spogliato e l’ho respinta lontano da me. Il Signore mi ha rinnovato nell’intimo con la sua vita e mi ha rivestito con la sua luce. Ho adorato il Signore a motivo della sua gloria dicendogli: ”Beati quelli che sono piantati sulla terra e per i quali è stato preparato un posto nei cieli”. (XII Ode di Salomone).
 
L’Eucarestia  rinnova la  Pasqua
 
“Saziati dal tuo cibo spirituale, ti supplichiamo, Signore onnipotente, insegnaci mediante la partecipazione a questo mistero a guardare dall’alto ciò che passa ed ad amare ciò che è definitivo. Così liberati dai vincoli e dalle concupiscenze che portano alla morte, concedi di essere partecipi del regno della libertà che non avrà fine” (Sacramentario gelasiano, n. 1124). La partecipazione a questo sacramento ci sostenga nel corpo e nello spirito, perché possiamo godere della pienezza del tuo dono. E come frutto “Ti lodino Signore le nostre labbra, ti lodi la nostra anima, ti lodi la nostra vita e poiché quel che siamo è tuo dono, tuo sia tutto ciò che viviamo”.
 
Abbiamo bisogno dei “lontani”
 
La preghiera insistente della chiesa che intercede per la salvezza di tutti gli uomini è la conseguenza della sua fede nell’unico Salvatore che è Gesù Cristo. Ne è specchio fedele il racconto della Passione secondo S. Giovanni che viene proclamato il venerdì santo e la preghiera universale per tutti gli uomini, perfino per gli atei, che la chiesa innalza a Dio Padre guardando alla croce di Cristo. Proclamando: “Ecco il legno della croce alla quale è appesa la salvezza del mondo”, dichiara che tutti gli uomini hanno bisogno di Cristo e della sua redenzione. Nessuno escluso.
Noi abbiamo bisogno dei “lontani” e preghiamo, intercedendo perché ritornino alla casa nella quale sono “nati” e dalla quale si sono allontanati. Consapevoli che Dio li attende, anche la comunità ne invoca il ritorno.
Essi possono essere lontani fisicamente da noi - e ce ne accorgiamo - ma non necessariamente da Dio che solo vede i cuori e le coscienze, mai dimentichi che Dio misteriosamente “opera tutto in tutti”. È dunque Dio che salva e non noi, anche quando siamo buoni e neppure è la nostra testimonianza che salva anche quando è sincera, perché sempre imperfetta e povera, incapace di salvare perché umana, e spesso anche poco attraente per coloro che sentendo grandi problemi interiori, guardando a noi hanno grandi attese spirituali e attendono risposte che non sempre trovano. Noi non siamo la risposta, noi non siamo né il centro né i salvatori. Non lo è neppure la chiesa ma solo Cristo suo Signore che la salva e alla quale ha affidato i doni della Parola e dei sacramenti perché a tutti possano giungere.
Ad essi diciamo: non guardate a noi, come a chi ha pensa di essere migliore o senza peccato, ma guardate, con noi, a Cristo Signore. Ci accompagni l’umiltà che deriva dalla coscienza di essere stati perdonati per primi, perché peccatori. Questo ci rende consapevoli che si può essere fisicamente vicini ma lontani da Lui. Come il fratello maggiore della parabola del figliol prodigo, osservante sì, ma non buono, che non aveva capito né il dolore né l’amore del padre e non amava il fratello che si era perduto ed era stato ritrovato e non voleva accettare le ragioni della festa che partivano dal cuore. Così avviene che chi è lontano può essere più vicino a Dio e chi è vicino essere più lontano. Ai “lontani” dall’assemblea liturgica e dai sacramenti, la chiesa dice: gli anni della lontananza possono essere annullati dall’”attimo di grazia” e di luce, che Dio concede a chi vuole e quando vuole, se trova  la porta aperta o almeno socchiusa.
 
Il mondo è a rischio perché infedele a Dio
 
II mondo é a rischio perché l'umanità di oggi è prodiga e sperimenta che la lontananza, quando é colpevole perché voluta, deraglia la vita. E' necessario ri-accogliere dentro di sé  i "Dieci comandamenti” che Dio diede a Mosè sul Monte come “via maestra” per giungere alla salvezza, in questa e nell’altra vita. “Osserva i comandamenti e vivrai!”.
È l’infedeltà che tradisce e che porta il mondo alla rovina  procurata con le nostre mani. Il “rischio” lo stiamo vivendo da tempo per l’immoralità diffusa e per la violenza nelle famiglie, che colpisce al cuore la società e la chiesa, per la guerra e le imprese criminali dei violenti, che sta cambiando la vita di tanti popoli, rendendola incerta ed in continuo pericolo. Non avveniva dalla seconda guerra mondiale ed ora è, in certo modo, più grave, perché più imprevedibile, senza limiti di estensione territoriale, di crudeltà e di destinatari.
Eppure c’è chi continua a vivere come se niente accadesse. Si continua a pensare come se nulla fosse accaduto. Come sempre. Nessuna data pare scuotere: nè il 1989 con la caduta del muro di Berlino, né  l’11 settembre 2001 per la tragedia delle Torri gemelle,  né i delitti nelle famiglie sempre più frequenti, né la violenza gratuita sui più deboli, quali le donne,i minori e gli anziani, causati perlopiù dalla bramosia del piacere e dall’avidità del denaro.
La Pasqua del Signore, che ha pagato il prezzo del peccato e della morte e li ha vinti, porti al mondo la pace! Quella portata dal Risorto che tutto rinnova.

Aggiungere una nuova risposta
Nome*
Risposta*
Per favore, digitate il codice di conferma visualizzato sull'immagine*
Ricaricare immagine


Home
Habemus Papam
La fede Invocazioni
Riflessioni
Biografie
Antologia della carità
Testimoni Fotografie